L'angolino di Chiara8o
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Dimmi ancora una parola - Iaia Caputo

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Messaggio  chiara8o Mar Mar 03, 2009 4:41 pm

Dimmi ancora una parola
Iaia Caputo

LA TRAMA
Come si ricorda una vita?
Magari inventando il passato. Oppure, complici le bugie della memoria, provando a ricostruirlo attraverso due grandi passioni: gli uomini e le parole. Sfilano nelle pagine di questo romanzo le figure maschili di un'ideale geografia del sentimento: il padre, l'amante, il marito, l'amico. E poi la madre bambina, "amata oltre l'amore", l'immensa cameriera Rosa che bacia appassionatamente Tirònepowèr sullo schermo televisivo e la inizia alla passione per il cinema, il primo amore che nel 1973 con infinita pazienza le spiega la politica e la tradisce con la sua migliore amica. Dalla Napoli dell'infanzia ad una grande città del Nord, una donna racconta e insieme viene raccontata. Quale delle due voci è la più vera? Una scrittura spoglia e di terribile dolcezza risolve il gioco che memoria e oblio ricalcano sulla trama della vita.

LA CRITICA:
"Coraggiosa e senza vergogna,
intrepida e ostinata nel mettere a nudo
i segreti meccanismi che muovono
la mente ed il cuore"
Isabella Bossi Fedrigotti, Corriere della Sera

"Una boccata di ossigeno, una bella prova di scrittura sommessa ma intensa
e risoluta, lontana mille miglia da tanta smielata rappresentazione
postfemminista di interiorità femminile disseminata in giro"
Titti Marrone, Il Mattino

"Dimmi ancora una parola è il racconto di un amore assoluto, destinato
a segnare indelebilmente la vita, e insieme racconto di un altro amore
che dall'angoscia nasce e che l'angoscia molcisce, quello per la scrittura"
Mia Peluso, TTL - La Stampa
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Messaggio  chiara8o Mar Mar 03, 2009 4:45 pm

CITAZIONI:
"Sono cosi' gli uomini: hanno giochi, manie e rituali stani, ma devono essersi dati anche alcune regole, e in genere le rispettano. Lei non li capisce, masa che sono esseri prevedibili, e razionali. Non come la madre, che quando comincia ad urlare può mettere fine a tutto: a se stessa, al suo matrimonio, alla casa, magari anche alle sue bambine. Non si sa mai cosa succederà la prossima volta. Nessuno è al sicuro. Non c'è riparo."
"Quanto poi ad amarli, i figli, ci vuole tempo. Ai padri non basta il profumo di carne nuova, le pieghe della pelle, il pancino liscio, il gorgheggio melodioso. I padri amano i figli oltre i loro corpi, dopo i loro corpi, quando hanno smesso di essere solo carne e bisogno: imparano quando cominciano a saper giocare, qando iniziano a muovere i primi, incerti passi nell'ordine grammaticale, a pronunciare i nomi, a domandare... Sì, i padri provano ad amare i figli dalle loro parole."
"Lei avrebbe saputo, più tardi, che le parole uccidono. Sapeva che della rinuncia a pronunciarle si può morire. Cosa ne avrebbe fatto lei, per vivere?"
"... Ha capito che c'è qualcosa di irrimediabile nelle parole. Che possono diventare dure e rocciose, che quel particolare tipo di consistenza l'hanno solo quelle che rivolgi ad un maschio, che allora si trasformano in un alto cumulo di pietre proprio davanti ai tuoi piedi, e ti sbarrano la fuga, e vorresti rimettertele in tasca a una a una, e invece puoi solo rimpiangere di averle pronunciate."
"Per quasi vent'anni, dopo quella prima telefonata, l'avrebbe trovata ancora molte volte, sposata, divorziata, poi di nuovo sposata, in città diverse. Lei non avrebbe mai saputo come ci fosse riuscito. E ogni volta la sua voce la avrebbe spaventata a morte, riconfermandole una verità che con il trascorrere del tempo aveva smesso di combattere: lei gli apparteneva."
"Per piacere ad un uomo non è così necessario che lui senta la reciprocità del desiderio; è più importante che ti piacciano gli uomini, che ognuno di loro percepisca quanto ti senti attratta dal genere. E' questo che amano: il desiderio di una donna che potrebbe essere di tutti. E lei li delude sempre."
"In lui trova una diga, un contenimento inviolabile e severo alla sua frenesia, alla fretta distruttiva, alla smania di olte e di ancora. Con lui impara il tempo, al presente. Non le consente fughe, la richiama alla realtà, a sé. Lei ricorda ancora il preciso momento, molto prima cetra loro fosse successo qualcosa, nel quale di lui ha saputo con assoluta certezza: quest'uomo non mi farà mai alcun male."
"Non si dicono niente oltre al necessario: lui detesta le parole inutili, i gesti eclatanti. Ma sente la sua emozione quando la prende. C'è della gratitudine nel suo amore. E i suoi baci sanno di buono, suggeriscono un poi."
"Questo figlio che adesso vorresti concedere per paura, tremante di fronte all'incombente disamore di una madre stanca delle tue mancanze e dei tuoi infantili differimenti, sarebbe ancora il figlio di un figlio. E io invece è da un uomo che lo voglio. Vuoi che ti dica chi è un uomo? Un uomo lascia il pennello e la crema da barba di traverso sul lavandino. Ricorda con una distrazione la sua presenza. Un uomo esce al mattino lasciando dietro di sé una scia di profumo che sa di vischio e di promesse. Un uomo nell'armadio ha cravatte per tutte le occasioni e colleziona giacche a promemoria dei suoi impegni futuri. Un uomo ti porta via con una risata e ti seppellisce con una bugia. Un uomo ti conduce nel mondo come un condottiero, e poi ti riaccompagna a casa con la gratitudine di un bambino. Un uomo ti sorprende, sempre. Un uomo ti fa ballare tenendoti stretta come su un palcoscenico. Un uomo prende l'iniziativa. Un uomo vuole figli nei quali durare. E quando rientra la sera odora di tabacco e di smog. Un uomo ha una idea di sé nel mondo, e quell'idea ha bisogno di movimento, di espansione. Un uomo ha sempre fretta di andare. E anche di tornare. Un uomo è perso senza la sua donna, ma finge comunque di proteggerla. Un uomo è i suoi amici, la passione per lo sport, la marca di whisky preferita, il senso dell'orientamento. Un uomo accumula - non necessariamente denaro - comunque impila esperienze, successi e competenze. Un uomo non ricorda quasi niente della propria infanzia, ma spalanca dinanzi a te il futuro. L'uomo è un maschio che ha raggiunto l'acrobatico equilibrio fra autorevolezza e vigliaccheria, tenerezza e violenza, forza e debolezza. E tu... tu sei solo un ragazzo."
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